I prezzi degli hard disk non torneranno a livello pre-alluvione thailandese prima del 2013. A dirlo è stata Western Digital, l’azienda che con Seagate si spartisce il mercato dell’archiviazione su piatti magnetici. “Al momento ci sono molti costi aggiuntivi. WD ha speso un sacco di soldi per i danni, per far funzionare impianti che pagavano ancora le persone e mitigare i rischi di future inondazioni”, ha affermato Ian Keen, direttore senior delle vendite per WD in Regno Unito e Irlanda, a HotHardware.
Nonostante i danni siano stati reali – nessuno può metterlo in dubbio – la spiegazione data da Ian Keen e ormai diventata un mantra dell’industria degli hard disk non convince completamente. Avevamo segnalato a fine maggio come i prezzi stessero scendendo, ma con “molta calma” (perché sì, sono scesi, è innegabile) ma la situazione attuale sembra idilliaca per gli attori del settore. E non siamo solo noi a farlo notare.
IDC ad aprile aveva dichiarato che i produttori stavano approfittando dell’occasione fornita dalla catastrofe naturale per recuperare in parte l’erosione dei prezzi partita nel 2009. All’azienda di analisi si aggiunge la “sorella” IHS iSuppli, secondo la quale la situazione dei prezzi non subirà variazioni significative sino al 2014.
“I produttori di HDD hanno un potere superiore sui prezzi rispetto al 2011, e questo consente loro di mantenere un prezzo medio di vendita costante”, ha dichiarato l’analista Fang Zhang a giugno. “Con le mega-fusioni tra Seagate e Samsung e tra Western Digital e Hitachi GST, i due produttori hanno raggiunto una quota dell’85% nel primo trimestre 2012, in crescita rispetto al 62% del terzo trimestre 2011, prima delle fusioni. La concentrazione della quota di mercato ha portato a un’oligarchia, dove i top player possono controllare i prezzi e mantenere il prezzo medio di vendita a un livello relativamente elevato”.
Da registrare inoltre che pochi giorni fa Seagate ha annunciato che nel terzo trimestre fiscale 2012 non raggiungerà gli obiettivi sperati. L’azienda si sarebbe infatti fermata solamente a 66 milioni di pezzi venduti (il 42% del mercato) ma in ogni caso sarà nuovamente record. “Seagate si aspetta di raggiungere un altro fatturato record nel trimestre di giugno, ma non siamo riusciti a raggiungere le vendite e il margine sperati”, ha dichiarato Steve Luzco, l’amministratore delegato e presidente di Seagate.
Da non sottovalutare inoltre il ruolo svolto in questi mesi da qualche commerciante. Non stiamo parlando di un’intera categoria, sarebbe ingiusto e sbagliato, ma qualcuno ci ha marciato un po’ sopra su questa situazione. Insomma, benché le parole di WD non convincano noi e tanti altri, rimaniamo ai fatti: i prezzi rimarranno alti per diverso tempo ancora. Forse di questo si stanno avvantaggiando (in minima parte) i produttori di SSD, un mercato molto dinamico in questi mesi che sta registrando una crescita delle vendite di unità a maggiore capacità.